Nasce nel 1874 negli Stati Uniti per opera del medico americano Andrew Taylor Still, (1828/1927) il quale per curare i propri pazienti scelse come alternativa alla somministrazione di farmaci l’approccio manuale/manipolativo.
Attualmente è ufficialmente riconosciuta in Canada, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Israele, Regno Unito, Francia, ed è in via di regolamentazione in altri Paesi, tra cui l’Italia ove è inserita nelle cure alternative.
Il termine “osteopatia” è stato coniato in seguito alla convinzione che una buona funzione del sistema scheletrico sia necessaria per il mantenimento della salute
Etimologicamente deriva da: Osteon → Osso Pathos → Sofferenza
L’Osteopatia è un metodo di diagnosi e terapia manipolativa. Essa si basa sul principio della mobilità delle molteplici strutture del nostro corpo.
Un corpo che gode di buona mobilità è in grado di contrastare le sollecitazioni di carattere metabolico, meccanico ed ambientale e di mantenersi in buona salute (auto-guarigione) e raggiungere il benessere psicofisico.
La mobilità permette la giusta relazione tra l’equilibrio delle innumerevoli funzioni del corpo umano e la sua struttura (sistema muscolo-scheletrico).
“la vita è movimento, il movimento è vita”.
Si può affermare che, attraverso la qualità e la quantità del movimento di tali strutture è possibile verificarne lo stato di salute.
Il nostro corpo:
- è provvisto di un sistema di autodifesa contro microbi e virus,
- sa come smaltire le sostanze di scarto,
- è capace di autoregolare le proprie funzioni a seconda delle necessità,
- è in grado di riparare i tessuti danneggiati rigenerandoli ecc.
L’osteopata valuta la mobilità complessiva del corpo e quella specifica relativa: all’articolazione, alle fasce, ai muscoli, agli organi, ai visceri, alla cute ecc..
Ricerca il punto debole ed individua le restrizioni dei movimenti fisiologici.
Mediante tecniche manuali specifiche corregge le normali funzioni e la mobilità fisiologica e, in caso di patologie invalidanti, la mobilità residua delle strutture, ripristina e rafforza le capacità proprie dell’individuo.
I Compensi
Importante è capire su quale struttura intervenire. Spesso sbagliando, si è portati a presumere che la causa del nostro male, abbia sede esattamente dove si esprime il dolore. Se si manipolasse la zona del dolore senza fare alcun test, si rischierebbe di manipolare un’articolazione sana.
La valutazione del paziente inizia già dal momento in cui questo mette piede nello studio. Si osserva il cammino, la postura, i movimenti di arti, tronco e capo. Tra i vari test, viene valutato il calore rilasciato dalla cute, spesso zone calde e arrossate riferiscono un problema acuto, mentre zone fredde un problema cronico.
Questo eccesso di calore può corrispondere ad un adattamento funzionale ad una zona fredda e rigida. Non si deve quindi in questo caso trattare la zona calda.
Teoricamente le zone fredde e qualitativamente meno mobili sono indolori perché sono ormai fissate da tempo. Bisogna che questa perdita di mobilità sia compensata altrove e quindi ci sarà un’infiammazione ed un dolore secondario in altra sede.
Esempio:
Se abbiamo un blocco dell’articolazione sacro-iliaca sinistra, quella destra sarà disturbata e si muoverà meno, ma sempre di più dell’altra per compensare il deficit funzionale della sinistra, quindi la destra si riscalderà con irritazione dei tessuti. Il dolore sarà riferito all’articolazione di destra, ma l’osteopata dovrà manipolare la sacro-iliaca sinistra!
Le zone tampone, sono zone che possono mobilizzarsi senza eccessive spese energetiche supplementari per il corpo, sono a livello scapolare, della pelvi e delle caviglie.Per mezzo di queste zone il corpo può adattare molti problemi, da quelli energetici a quelli strutturali…Capita che esse subiscano un sovraccarico e che lo esprimano con il dolore. Intervenire su queste zone senza risolvere il problema che le ha sovraccaricate, non ci sarà d’aiuto.
Zona piatta, quel tratto della colonna vertebrale dorsale ove la curva fisiologia della nostra schiena tende a risultare rettilineizzata, essa può causare un difetto di stimolazione ortosimpatica a livello dei visceri. Ogni attività, funzione o sistema del nostro corpo deve trovarsi in equilibrio per garantire la salute del nostro organismo, ciò dev’essere anche per il sistema neurovegetativo.
Il sistema neurovegetativo è sotto il controllo del sistema limbico e del sistema reticolare.
La sostanza reticolare è una zona molto importante per la postura ed il sonno-veglia, non a caso per i neonati che soffrono d’insonnia può essere molto utile praticare della terapia craniale.
Il sonno disturba a sua volta il sistema ormonale che, partendo dai centri ormonali craniali, per stimolazione libera ormoni nella circolazione sanguigna perché raggiungano l’organo bersaglio.Quando non si dorme si è stanchi quindi tutto funziona a rilento: il sistema posturale-propriocettivo è stanco, la tonicità muscolare sarà meno efficace, il sistema scheletrico risulterà più precario e sarà più facile si instauri un blocco funzionale e quindi dolore.
Anche la secrezione delle mucose, l’apertura e la chiusura degli sfinteri, la vasodilatazione ecc. sono sotto il controllo del sistema neurovegetativo, si può quindi intuire che, con l’osteopatia si può intervenire su molteplici disfunzioni.